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Exilus di Cherafir
2 partecipanti
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Exilus di Cherafir
Sono nato il giorno 29 del mese di Larane, anno 697 TC.
I miei genitori lavoravano come contadini nei campi a nord di Cherafir, nell'isola di Melderin. Mio padre morì 3 mesi prima della mia nascita per una banale polmonite, non curata per mancanza di denaro. Mia madre trapassò durante il parto, dandomi miracolosamente alla luce. Così almeno mi fu detto visto che ogni volta che cercavo di saperne di più sui miei genitori tutti cercavano di glissare e cambiare argomento. Una volta un mio cugino se ne uscì dicendomi che i miei genitori in realtà erano morti in circostanze ben diverse da quelle che mi hanno raccontato...Sono curioso, ma non riesco pensare a cosa si possa celare dietro il mistero dei miei genitori. E' un argomento che infastidisce tutti qui.
Fui adottato da una coppia di contadini che, non avendo potuto avere figli, trovarono in me il modo di completare la loro famiglia.
Essendo nato prematuramente il mio corpo era terribilmente gracile, e da qui il mio nome Exìlus. Ho passato l'infanzia sbrigando faccende nella fattoria; nel tempo libero tuttavia mi recavo nei vicini boschi appassionandomi alle erbe e alla natura. Mio padre adottivo Clarius, deluso dalla mia scarsa possanza fisica, capì che non avrei potuto per molto continuare quella vita. Parlò così con il Capoclan, suo cugino Elmior, il quale acconsentì a tenermi con sè per un breve periodo.All'età di 10 anni lasciai così la mia casa per trasferirmi dal Capoclan, il quale cercava di trovare in me una qualche utilità per la famiglia. Durante la permanenza imparai a leggere su alcuni testi di erboristeria, appassionandomi sempre più alla materia. Elmior, notando la padronanza con la quale mi muovevo tra le pagine di quei libri, mi portò nella città di Cherafir per farmi conoscere un suo amico d'infanzia. Ladish, bottegaio di città, mi mostrò alcuni dei suoi libri di alchimia, materia della quale si era innamorato più per curiosità che per professione.Mi tenne con sè una settimana finchè appurò che la rapidità con la quale m'impadronivo di concetti molto complessi era fuori dal comune. Tornato a casa da Elmior, restai comunque in contatto con Ladish il quale ognti tanto veniva a portarmi testi nuovi e materiali per "giocare" con le cose che studiavo.
All'età di 14 anni quasi fui obbligato a tentare la prova d'accesso all'accademia Pelehan di Cherafir; nel caso fossi risultato tra i 5 più abili, avrei potuto frequentare l'accademia senza alcun costo. Il mio segno, Angberelius, evidentemente mi diede forza: arrivai terzo su oltre 100 partecipanti.
Nei 7 anni trascorsi nell'accademia conobbi una nuova vita che nulla aveva a che fare con il mio ceto di nascita. Un anno ottenni anche la nomina di miglior studente, rimanendo comunque nel restante periodo un modello esemplare.
Tra i compagni di corso feci la conoscenza di Horus, coetaneo figlio di un borghese, anch'esso aspirante alchimista. Questi nutrì sempre dell'astio nei miei confronti, forse in quanto ero riuscito ad ottenere i suoi stessi risultati nonostante partissimo da due diversi classi sociali.Ci fu sempre competizione tra noi, cosa che ci diede involontariamente motivo di migliorarci continuamente. Alla fine dei 7 anni, Horus ed io risultammo due tra i cinque studenti migliori del nostro corso. Sebbene mio padre Clarius fosse orgoglioso di me, non seppi mai come Elmior mi considerava o se mi amasse a sua volta, quasi mi considerasse solamente un oggetto estremamente utile.
Uscito come apprendista dalla scuola di Cherafir, investii 2 anni per consolidare e mettere in pratica le mie conoscenze. Spesi oltre 1 anno visitando l'isola di Melderyn; successivamente, sempre sotto il controllo del mio Maestro Kilgord, fui inviato nella vicino Solora per fare nuove esperienze. Nei miei "pelligrinaggi" fui sempre affiancato da 4 compagni, tra i quali Horus; quest'ultimo covò sempre più odio nei miei confronti, cercando in tutti i modi di screditarmi. Provò addirittura a suggerire al Gran Consiglio, tra i quali aveva conoscenze, che venissi etichettato come Rinnegato con l'accusa di aver infranto alcuni dei principi basilari della nostra Convocazione. Il tutto si risolse in un nulla.
Deciso ad ottenere il titolo di Sheniava di Pelehan, offrii al Maestro Kilgord la piena disponibilità a viaggiare nel momento in cui si fosse presentata occasione per spaziare oltre Melderin.
La scintilla che accese definitivamente l'odio di Horus si scoppiò qualche settimana dopo. Il Senato di Tharda nel tentativo di ottenere i servigi di un esperto del soprannaturale, si rivolse a Re Chunel di Cherafir, regno del Magico; quest'ultimo interpellò il GranMaestro di Pelehan per segnalare un dotato apprendista. Venne fatto il mio nome: Horus mi dichiarò ufficialmente guerra; io partii per Tharda...Tra me e il titolo di Sheniava rimanevano tre oggetti magici (artefatti) e tre incantesimi sconosciuti a Kilgord; quello sarebbe stato il mio obiettivo!
Almeno ufficialmente...
I miei genitori lavoravano come contadini nei campi a nord di Cherafir, nell'isola di Melderin. Mio padre morì 3 mesi prima della mia nascita per una banale polmonite, non curata per mancanza di denaro. Mia madre trapassò durante il parto, dandomi miracolosamente alla luce. Così almeno mi fu detto visto che ogni volta che cercavo di saperne di più sui miei genitori tutti cercavano di glissare e cambiare argomento. Una volta un mio cugino se ne uscì dicendomi che i miei genitori in realtà erano morti in circostanze ben diverse da quelle che mi hanno raccontato...Sono curioso, ma non riesco pensare a cosa si possa celare dietro il mistero dei miei genitori. E' un argomento che infastidisce tutti qui.
Fui adottato da una coppia di contadini che, non avendo potuto avere figli, trovarono in me il modo di completare la loro famiglia.
Essendo nato prematuramente il mio corpo era terribilmente gracile, e da qui il mio nome Exìlus. Ho passato l'infanzia sbrigando faccende nella fattoria; nel tempo libero tuttavia mi recavo nei vicini boschi appassionandomi alle erbe e alla natura. Mio padre adottivo Clarius, deluso dalla mia scarsa possanza fisica, capì che non avrei potuto per molto continuare quella vita. Parlò così con il Capoclan, suo cugino Elmior, il quale acconsentì a tenermi con sè per un breve periodo.All'età di 10 anni lasciai così la mia casa per trasferirmi dal Capoclan, il quale cercava di trovare in me una qualche utilità per la famiglia. Durante la permanenza imparai a leggere su alcuni testi di erboristeria, appassionandomi sempre più alla materia. Elmior, notando la padronanza con la quale mi muovevo tra le pagine di quei libri, mi portò nella città di Cherafir per farmi conoscere un suo amico d'infanzia. Ladish, bottegaio di città, mi mostrò alcuni dei suoi libri di alchimia, materia della quale si era innamorato più per curiosità che per professione.Mi tenne con sè una settimana finchè appurò che la rapidità con la quale m'impadronivo di concetti molto complessi era fuori dal comune. Tornato a casa da Elmior, restai comunque in contatto con Ladish il quale ognti tanto veniva a portarmi testi nuovi e materiali per "giocare" con le cose che studiavo.
All'età di 14 anni quasi fui obbligato a tentare la prova d'accesso all'accademia Pelehan di Cherafir; nel caso fossi risultato tra i 5 più abili, avrei potuto frequentare l'accademia senza alcun costo. Il mio segno, Angberelius, evidentemente mi diede forza: arrivai terzo su oltre 100 partecipanti.
Nei 7 anni trascorsi nell'accademia conobbi una nuova vita che nulla aveva a che fare con il mio ceto di nascita. Un anno ottenni anche la nomina di miglior studente, rimanendo comunque nel restante periodo un modello esemplare.
Tra i compagni di corso feci la conoscenza di Horus, coetaneo figlio di un borghese, anch'esso aspirante alchimista. Questi nutrì sempre dell'astio nei miei confronti, forse in quanto ero riuscito ad ottenere i suoi stessi risultati nonostante partissimo da due diversi classi sociali.Ci fu sempre competizione tra noi, cosa che ci diede involontariamente motivo di migliorarci continuamente. Alla fine dei 7 anni, Horus ed io risultammo due tra i cinque studenti migliori del nostro corso. Sebbene mio padre Clarius fosse orgoglioso di me, non seppi mai come Elmior mi considerava o se mi amasse a sua volta, quasi mi considerasse solamente un oggetto estremamente utile.
Uscito come apprendista dalla scuola di Cherafir, investii 2 anni per consolidare e mettere in pratica le mie conoscenze. Spesi oltre 1 anno visitando l'isola di Melderyn; successivamente, sempre sotto il controllo del mio Maestro Kilgord, fui inviato nella vicino Solora per fare nuove esperienze. Nei miei "pelligrinaggi" fui sempre affiancato da 4 compagni, tra i quali Horus; quest'ultimo covò sempre più odio nei miei confronti, cercando in tutti i modi di screditarmi. Provò addirittura a suggerire al Gran Consiglio, tra i quali aveva conoscenze, che venissi etichettato come Rinnegato con l'accusa di aver infranto alcuni dei principi basilari della nostra Convocazione. Il tutto si risolse in un nulla.
Deciso ad ottenere il titolo di Sheniava di Pelehan, offrii al Maestro Kilgord la piena disponibilità a viaggiare nel momento in cui si fosse presentata occasione per spaziare oltre Melderin.
La scintilla che accese definitivamente l'odio di Horus si scoppiò qualche settimana dopo. Il Senato di Tharda nel tentativo di ottenere i servigi di un esperto del soprannaturale, si rivolse a Re Chunel di Cherafir, regno del Magico; quest'ultimo interpellò il GranMaestro di Pelehan per segnalare un dotato apprendista. Venne fatto il mio nome: Horus mi dichiarò ufficialmente guerra; io partii per Tharda...Tra me e il titolo di Sheniava rimanevano tre oggetti magici (artefatti) e tre incantesimi sconosciuti a Kilgord; quello sarebbe stato il mio obiettivo!
Almeno ufficialmente...
Ultima modifica di Life il Lun Mar 16, 2009 11:32 am - modificato 1 volta.
Re: Exilus di Cherafir
Il vostro Exilus intende cominciare a scrivere un trattato sulla magia e sugli Ivashu...
Essendo io un fiero ammiratore del Dio Ilvir...unica mente creatrice e creativa che ritengo "eccelsa", mi sembra doveroso scrivere delle pagine in virtù delle sue manifestazioni che incontreremo durante le nostre avventure.
Per ora ne abbiamo incontrati due: i Vlasta e quella specie di spiritello furbo e bastardello che ha tenuto banco in quella putrida celletta...
sarà mio piacere nei giorni a seguire avere una sorta di diario e delle meraviglie che incontreremo.
Questo anche in virtù dell'aver conosciuto un mio "collega" Shek-Pvar...
Salute a Feanor
Essendo io un fiero ammiratore del Dio Ilvir...unica mente creatrice e creativa che ritengo "eccelsa", mi sembra doveroso scrivere delle pagine in virtù delle sue manifestazioni che incontreremo durante le nostre avventure.
Per ora ne abbiamo incontrati due: i Vlasta e quella specie di spiritello furbo e bastardello che ha tenuto banco in quella putrida celletta...
sarà mio piacere nei giorni a seguire avere una sorta di diario e delle meraviglie che incontreremo.
Questo anche in virtù dell'aver conosciuto un mio "collega" Shek-Pvar...
Salute a Feanor
Re: Exilus di Cherafir
Se hai bisogno di informazioni, od altro, sono a disposizione
Potrebbe avere anche una valenza In-Game questa tua opera, e valere come "artefatto" da presentare come accettazione al rango di Shenava (maestro).
Potrebbe avere anche una valenza In-Game questa tua opera, e valere come "artefatto" da presentare come accettazione al rango di Shenava (maestro).
DeathFromAbove- Marchese
- Numero di messaggi : 1718
Data d'iscrizione : 03.11.08
Trattato di ricerca su misteriose creature
De Natura Ivashu et Ignōtum
Prologo
Per dovizia di causa e ammirazione per il sommo creatore Ilvir, redigo codesto trattato acciocchè i futuri fruenti padronino la conoscenza di queste fantastiche creature che sono gli Ivashu. Presenterò inoltre le mie impressioni sulla manifestazione di altre apparizioni che poco hanno a che fare con la quotidianeità dell'uomo comune.
Capitolo I
Vlasta
Parlerò ora delle scoperte fatte nella provincia di Ramala e in particolare nei dintorni del forte di Taztos. Come preambolo vorrei rispolverare la storia la quale vuole che ivi, molto tempo addietro, Lothrim, famigerato Gran Maestro Grigio e creatore dei Gargun, condusse ricerche ed esperimenti su Gulmorvin (non-morti). La scelta del luogo fu fatta data la conformazione geografica e soprattutto per la presenza di antiche cripte e rovine. Il corpo di Lothrim non fu mai ritrovato...ma questa è un'altra storia.
Ciò detto, nella primavera del 720 T.R. nel mese di Nuzyael, giungemmo a Taztos. Svolgendo alcuni sopralluoghi portammo alla luce antichi tumuli Jarin, già evidentemente dissacrati. Trovammo tracce di atti di tortura neanche troppo annosi: probabilmente quegli antri sono stati riutilizzati dai Tullwyn per i loro scopi.
La cosa che tuttavia destò in me il massimo interesse fu la visione di alcune piccole creature "confinate" in una sorta di cella chiusa da una pesante porta sprangata: una specie di Ivashu chiamati Vlasta.
Particolare interessante è che la porta era cosparsa di un liquido dall'odore molto acre (probabilmente infiammabile).
Questi appaiono come dei volatili della dimensione circa di un pollo; le zampe posteriori sono evidentemente sviluppate in gran misura rispetto al resto del corpo. Ciò gli conferisce agilità e una velocità tale da renderli praticamente invisibili quando si spostano correndo. Sono in grado di effettuare scatti impressionanti, muovendosi anche a zig zag senza alcuno sforzo apparente. Le zampe anteriori sono piccole e dalle falangi "prensili"; probabilmente sono usate solo per portare il cibo alla bocca essendo la loro postura simile ai volatili.
Un altro particolare che li rende temibili è il loro becco: sorprendentemente duro e a forma di rostro (becco uncinato). La loro pelle è abbastanza morbida e non è difficile ferirli.
La loro tecnica di attacco sta nell'avvicinarsi alla preda velocemente e spiccare un salto puntando direttamente agli occhi (cosa di cui sembra siano golosi).
Sembra abbiano paura del fuoco ma, data la loro alta aggressività, sono in grado anche di oltrepassare un "Muro di fuoco etereo" riportando i normali danni ma vincendo la ritrosia del terrore per lo stesso fuoco. Sembra che difficilmente si spostino da soli.
Ultima modifica di Life il Mar Set 15, 2009 10:28 am - modificato 1 volta.
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo II
Umbath
Nel mese di Peoni, anno 721 T.R. siamo giunti nella città di Moleryn. Ci siamo imbattuti in una serie di eventi i quali ci hanno proiettato in situazioni quanto mai preigliose e anomale.
Sono entrato in contatto con un'altro Ivashu che sinora avevo solo potuto ammirare sui disegni visti nell''accademia di Cherafir: un Umbath.
Questo piccolo folletto, detto anche Portatore della Maschera a causa del suo aspetto sgradevole, è una delle creature più bizzarre di cui si possa sentire.
Apparentemente sono degli ominidi non più alti di 80 centimetri; non sono dotati di grande forza o di armi fisiche. La loro pelle è viscida e gommosa, tant'è che armi contundenti non hanno effetto. Sulla testa hanno due protuberanze simili a corna e le loro orecchie a punta fanno da contorno al viso arcigno.
Ciò che li contraddistingue invece è un'astuzia fuori dal comune e la possibilità (a mio modesto avviso prodigiosa) di comunicare vocalmente con noi uomini. Farfugliano parole ad una velocità inaudita ma, all'occorrenza, sono in grado di instaurare una conversazione (anche se difficile da seguire per i loro complicati salti logici).
La loro mente è subdola e risultano essere piuttosto molesti e fastidiosi: arrecano danni e creano scompiglio. Sono ingannatori esperti.
Sembra si cibino di avanzi, di esseri umani o animali senza alcuna distinzione.
Abbiamo potuto appurare che sono in grado di arrampicarsi sui muri ma il particolare che mi ha lasciato di fatto è cosa accadde dopo averlo attaccato. Una volta da noi creduto morto, questo si è dissolto nell'aria per poi riapparire poco dopo nella stessa cella nel quale era confinato...sbalorditivo.
Presumibilmente, o almeno spero sia così, è tuttora lì rinchiuso: conto di tornare e tentare di catturarlo vivo...ma devo documentarmi ulteriormente.
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo III
Elementali
Vorrei ora innalzar l'attenzione all'imprevedibilità della materia ch'è ormai oggetto della
mia vita: la Magia.
Difficile è dare una definizione dell'Arcano; certo è che nessuno, neanche il più esperto dei
Viran (volgarmente Gran Maestri), può controllare tutti i risvolti di un incantesimo. Il
momento in cui uno Shek-Pvar richiama un Principio per poi canalizzarlo nella Forma non durà che pochi istanti: ma è ciò che accade in quell'infinitesimale lasso di tempo che sancisce le sfumature e la riuscita dello Spell.
La creazione della Forma è ciò sul quale l'evocatore deve concentrarsi: la tensione all'Eccellenza e la creazione della Perfetta Forma.
E' tuttavia l'errore che spesso porta alle più imprevedibili scoperte: quando la Forma
risulta inadeguata a contenere il Principio evocato, svanisce la sinergia desiderata
lasciando il posto al potere incontrollato di cui ci serviamo!
Questo è ciò che è accaduto a me e che voglio mettere per iscritto.
Durante il periodo trascorso a Moleryn, accadde una volta che insieme ai miei compagni
d'avventura durante una fuga fummo scaraventati nel grande fiume. Riuscimmo a trarci in salvo ma, a causa del rigido clima della notte, rischiavamo il congelamento o un serio malanno.Tentai così di evocare un incantesimo studiato all'accademia chiamato Caress of Pelena: è una delle Forme basilari che incanala semplicemente il calore di Pelehan nelle mie mani. Tuttavia vi erano elementi di disturbo da me sottovalutati: l'acqua, l'agitazione e il
freddo! Ciò che riuscii a plasmare fu una Forma completamente errata al punto da aver
richiamato quello che son quasi certo fosse un Elementale del Fuoco.
La creatura era completamente fuori controllo; non era aggressiva ma vagava intorno a noi quasi fosse un infante. Era una forma vagamente umanoide avvolta da fiamme di un calore tale da bruciare qualunque cosa si avvicinasse. Se anche abbia provato a comunicare, non sono stato in grado di comprenderlo. Siamo riusciti a distruggerlo avvolgendolo con dei panni intrisi d'acqua (non sembrava che le altre armi avessero effetto). Quando è stato distrutto è svanito nel nulla...
In un secondo episodio, mentre ero in concentrazione nella cantina della locanda di Moleryn, stavo tentando di immagazzinare l'energia di un altro Spell in un anello. L'incantesimo Neutrale è conosciuto sotto il nome di Attune. Era una delle prime volte che lo utilizzavo (avendolo appreso qualche giorno prima attraverso degli appunti inviatimi dalla stessa Accademia di Cherafir).
La mia inesperienza, l'apprensione col quale tentavo di richiamare il principio hanno fatto si che io non fossi padrone della Forma. Di nuovo, come nel precedente trascorso, ho evocato un elementale. Tuttavia, a differenza del primo, questo era quasi del tutto inconsistente; senza un colore definito ma dalle sfumature cangianti; quasi uno spettro etereo. Ciò che più mi ha impressionato era la totale focalizzazione di quell'essere su di me (dovuto alla natura dell'incantesimo suppongo). In nessun modo le armi hanno potuto recargli danno. Così ho evocato fuoco etereo (secondo il principio che vuole che le creature di altri piani lo percepiscano come noi il fuoco mondano)! Sembrava percepire il dolore anche se lo si deduceva dai soli gemiti. Anche questo, come il precedente è svanito nel nulla.
Da queste esperienze posso sperare nella possibilità di arrivare un giorno a controllare il richiamo di tali creature e le creature stesse. Potrebbero fare comodo come "alleati" addestrati. Ma fino a che punto si può avere il controllo su di esse?
Studierò acciocchè possa comprenderne la natura...e di essa i limiti.
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo IV
Gullmorvin
Nel mese di Larane, anno 721 T.R. nella città di Moleryn ci siamo trovati ad affrontare una discesa alquanto insolita in una cripta sigillata per motivi che ci sono risultati ovvi in seguito.
Il sottosuolo di Moleryn sembra esser popolato da presenze la cui natura mi è tuttora ignota. Da recenti studi ho appreso che lo stesso Lothrim, l'utilizzatore di Magia più potente che abbia calcato il suolo di Harn, ha operato in questa regione. Note son le sue pratiche di ricorrere ai Gullmorvin.
Il Gullmorvin sono una sottospecie di Morvin o più comunemente Non-Morti. Si ipotizza che essi siano utilizzati come custodi di beni o proprietà. Dei guardiani temibili senza paura.
Come essi vengano creati non mi è chiaro ma si vocifera che si utilizzi l'anima dei trapassati e venga imprigionata in un corpo decesso.
A questo proposito va fatta una distinzione con quelli che nell'usanza popolare sono definiti spettri: queste non sono altro che manifestazioni di defunti che non raggiungono la via per l'aldilà e per un qualsivoglia motivo rimangono ancorati a questa esistenza. Non sembra che normalmente possano interagire con il creato terreno. Credo di aver avuto a che fare con alcuni di codesti spettri durante la mia visita ai tumuli di Taztos. Volti di donne e uomini; sussurri e sospiri nell'aria...immagini vaghe e nulla di definito.
I Gullmorvin sono invece aberrazioni il cui tocco si dice basti per uccidere un comune mortale. Deve esistere qualche protezione o rimedio, ma non ne sono a conoscenza!
Il motivo per cui si eseguono le funzioni rituali di trapasso per garantire una morte completa agli uomini è dunque anche questo: evitare che la loro anima vaghi in questo mondo, possibile preda di stregoni o magici in grado di infonderla in corpi per poi creare dei Gullmorvin.
Nella mia discesa alla cripta non ho visto nulla; ho solo potuto udire un sordo rumore di qualcosa che si avvicinava (quasi fosse un oggetto che cade al suolo).
Ho avvertito brividi e un profondo disagio. Non è possibile affrontare qualcosa che non si conosce. Ho bisogno di conoscenza!
Conto di documentarmi quanto più possibile prima di voler avere di nuovo a che fare con queste creature.
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo V
Aklash
Nei primi giorni del mese di Agrazhar, anno 721 T.R. le peripezie cui ci siamo sottoposti per incarico del comandante di Taztos Garril Stopez, ci hanno portato a ottenere informazioni preziose riguardo un Ivashu assai temuto: un Aklash.
Non ho purtroppo (o per fortuna) avuto modo di vederlo direttamente; tuttavia i cinque uomini che abbiamo avuto l'ardire di salvare ci hanno addirittura lottato contro.
L'hanno descritto come una creatura imponente dall'aspetto bizzarro e spaventevole. Ha forma di ominide alto financo a tre metri; la pelle flaccida e gommosa lo rende quasi informe! Le mani, chiamiamole così, sembra abbiano una sorta di artigli. Lascia impronte simili a umani ma con sole tre dita enormi...
Mi è stato riferito che il suo fetore è nauseante, così come si legge in alcuni tomi, il suo alito è velenoso e pestilenziale.
Una cosa assai curiosa è la struttura che lo compone: i legionari affermano che le percosse e i colpi che gli infliggevano non sembravano fare effetto...probabilmente a causa del consistente strato di grasso che lo ricopre.
E' comprensibile la loro paura; ho letto da qualche parte che si nutre di uomini e qualsiasi cosa viva...infatti lo hanno descritto come un mostro completamente fuori controllo e di un'aggressività agghiacciante!
Vorrei condurre degli esperimenti su di lui: chissà se il fuoco sia particolarmente lesivo...forse il grasso non resiste alle alte temerature...chissà! Spero di poter approfondire un giorno codesta sezione.
Il grande Ilvir è così ingegnoso...lodevoli sono le sue opere. Che mente!
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo VI
Gullmorvin, Parte Seconda
Giorno 14, mese di Agrazhar, anno 721 T.R; Forte di Taztos, nei tumuli dei relativi pressi.
La visita a codeste antiche tumulazioni si sta rivelando un’esperienza assai formativa. Dopo gli spettri incontrati mesi addietro, credo di poter affermare con certezza di essere entrato in contatto con un Gullmorvin.
Come già trattato precendemente (vedi Cap. IV) , è nota la pratica del grande Lothrim dell’uso di queste creature a custodia di particolari oggetti o locazioni. Qual posto migliore per reperire un’anima di trapassato non ancora in pace se non queste antiche tombe? La mano del potente mago è evidente: non escludo che qui Egli abbia creato ben più di semplici Gullmorvin.
Tuttavia ciò che ho appreso può rivelarsi estremamente utile: sembrano essere senza coscienza o intelletto ma solo guidati da un bisogno primario…uno solo sentimento che li guida (Fame, Odio, Rabbia, Risentimento)…
Ho avuto conferma tramite lettura di Tarocchi di tutto ciò e sono stati definiti esseri di Luce, Ombra ed Energia Demoniaca…L’essere era tremendamente lento ma inarrestabile; perdendo gli arti, passando attraverso un fuoco etereo, con il torace sfondato da una pietra…non si arrestava!
L’unica cosa che ne ha interrotto l’avanzare è stato un fendente sul cranio; subito dopo averlo spaccato l’essere è divenuto polvere…come se l’intera sua scintilla vitale fosse racchiusa nel cranio.
Inoltre si era focalizzato su un obiettivo ben preciso…chiunque gli si parasse davanti era come invisibile alla sua percezione…
Cosa assai temibile è il suo tocco: uno dei nostri compagni è stato appena sfiorato da una sua mano e ha parlato di una sensazione di gelo e spossatezza! La sua tempra probabilmente gli ha evitato un destino funesto…
Di cosa si tratterà? Come vi si può porre rimedio?
Io devo sapere!
Re: Exilus di Cherafir
Capitolo VII
Grave-Wights
Giorno 14, mese di Agrazhar, anno 721 T.R; Forte di Taztos, nei tumuli dei relativi pressi.
Nella medesima tumulazione in cui vi era il Gullmorvin mi sono imbattuto in un’altra orribile creatura. Una sorta di figura umanoide dall’aspetto terrificante e dalle abilità mostruose. Da un altro individuo ho saputo trattarsi dei cosiddetti Grave-Wights.
L’essere che ho visto è saltato fuori da un buco, una sorta di cunicolo circolare scavato nella terra; con un balzo felino di velocità inaudita ha coperto alcuni metri…Emanava un odore molto forte e sgradevole ed emetteva grugniti animaleschi sebbene avesse una forma umanoide.
La fisionomia è spaventosa: la testa è coperta da capelli ispidi, gli occhi gonfi e luminosi al buio (probabilmente per vedere bene con l’oscurità), la bocca è caratterizzata da zanne che partono dalla mandibola fino a scavalcare la mascella…sembrano fatti apposta per scavare nelle carcasse! Gl arti sono lunghi e asciutti, muscolarmente potenti e terminano con mani artigliate. Probabilmente l’essere era una femmina perché dal torace pendevano delle mammelle rinsecchite e si potevano contare le costole…
E’ stata colpita con forza sul cranio che si è rivelato durissimo! Non si difende e attacca sempre…potrebbe essere questa la creatura fatta di Ombra, Luce ed Energia Demoniaca!
Gli è stata mozzata la testa ma nel mentre si è sentito un altro grugnito dalla tana dalla quale è sbucata…Non ho potuto trattenermi per altri studi su quel corpo…ciò che ho appreso è che possono esserci anche 8 esemplari a coabitare insieme…I maschi inoltre sembrano essere ben più grandi e forti delle femmine…Non oso immaginare di cosa siano capaci!
Non so se desiderare di incontrarli di nuovo…ma il Sapere è Potere…e la Conoscenza deve essere Manifesta…Anche questa è natura!
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