11 - La ricerca dei Dodici...

Trascorsi tre giorni durante i quali gli avventurieri riescono a trovare un po' di riposo e tempo per allenarsi, Jano, Lorac ed Exilus decidono di recarsi in mattinata di nuovo al tempio di Agrìk. Qui un'altra guardia li accoglie e, dopo le domande di rito, viene loro concessa udienza da Carlos il quale, come anche l'ultima volta, li attendeva nel suo ufficio seduto alla scrivania di ebano. Intavolano una trattativa che giunge ai seguenti termini: per le teste dei Dodici nomi dello Scettro, verrà garantito loro un compenso di 400 penny (più ulteriori 100 nel caso in cui venga dimostrata l'esistenza di qualcuno con abilità magiche), una Licenza che consenta di portare equipaggiamento nobiliare in tutta Rethala e, ovviamente, una Marca di garanzia che dìa la possibilità di operare nel pieno della legalità per i servizi richiesti da Carlos. Il tutto deve essere svolto in 10 giorni, pena la perdita della ricompensa e l'essere screditati dal tempio stesso. Jano e gli altri subito elaborano un piano d'azione per capire come muoversi: l'obiettivo principale è raccogliere informazioni con l'intento di portare tutti i Dodici nel medesimo luogo. Il primo al quale s'interessano è Havril, probabilmente capo del gruppo. Essendo un personaggio noto, non è difficile risalire alla sua dimora che, tuttavia, risulta essere inaccessibile e difficile da indagare. Così procedono verso la fattoria di Leuis, forse la più facile tra le prede. Lungo il viaggio vengono colti da un'improvviso temporale che li inzuppa: Lorac viene colto da un evidente raffreddore che Exilus tenta di curare asciugandolo col potere di Pelehan. Arrivati alla metà trovano i campi deserti e nessuno nel casolare. Entrano per cercare indizi e l'ambiente è completamente spoglio e privo di interesse fatta eccezione per una botola che Lorac scorge sotto uno zerbino. Con la dovuta cautela Exilus la apre e viene liberata una vampata maleodorante che induce tutti a vomitare sulle assi di legno. Trascorsa una mezz'ora per riprendersi e far cambiare l'aria, si avventurano giù per le scatole nella botola e si trovano in una stanza con dei tavolacci di legno insanguinati e appoggiati sopra degli strumenti da tortura. L'odore intenso proviene da una porta metallica sbarrata da un chiavistello che presenta una grata per vedere all'interno. Jano fa luce ma non s'intravede nulla (a parte un cumulo di ossa sparse per la cella) e nè alcun suono. Non fidandosi e memori dei Vlasta ai tumuli di Taztos, Exilus evoca un muro di fuoco etereo sulla parete interna a fianco della porta metallica: delle strane urla preludono alla vista di uno strano essere umanoide. Una sorta di folletto che velocemente si arrampica sul muro dinnanzi alla porta. Pronuncia frasi quasi comprensibili a velocità elevatissima e, alle domande di Jano e Lorac risponde dimostrando di capire cosa gli si dica. Exilus lo riconosce come un Ivashu di cui tuttavia sa poco e predica cautela essendo una sorta di demone molto intelligente e dispettoso. Con l'intento di studiarlo e magari farci dei profitti cercano di catturarlo: aperta la porta l'essere si lancia attraverso il muro etereo e Lorac riesce ad incastrarlo tra la porta e lo stipite. Exilus tenta di stordirlo col bastone che sul colpo rimbalza indietro come avesse cozzato contro qualcosa di gommoso ed elastico; così Jano lo rimanda indietro col manico della lancia. Ripassa attraverso il fuoco etereo e svanisce in una risata prima di riapparire quando i tre, ormai scoraggiati, si chiudono la porta alle spalle e lo lasciano lì a farfugliare e borbottare. Appurato che la casa di Leius è vuota, si recano di nuovo a Moleryn e vanno dall'Apotecario Vlaids con la scusa di necessitare di un rimedio per il raffreddore di Lorac. Qui l'erborista fornisce delle foglie di Yullpris e, sotto compenso, insegna ad Exilus a miscelare una sorta di intruglio da bere. Nel frattempo lo Shek-Pvar chiede a Vlaids se conosca Horice e scopre essere un falegname che lavora vicino il ponte di Moleryn. Così si recano alla sua bottega scoprendo essere assente da qualche giorno; lo stesso avviene per Zuhanna, guaritore della città anch'esso nella lista dei Dodici. Scoprono inoltre nelle varie indagini che Elyeo, bracciante nella fattoria di Rogar, e lo stesso Rogar (altri due nomi della lista) sono anch'essi scomparsi da circa 2-3 giorni chi per un motivo, chi per un altro. E' evidente a questo punto che nessuno dei sospettati è reperibile. Cercano anche informazioni da Burkot: questi afferma di conoscere Quarto, un ragazzo che fa lo stalliere per lui e tuttavia è un ragazzo impeccabile e minaccia Jano e compagni di frapporsi nel caso in cui torcano un capello al ragazzo. Dopo aver dato la loro parola che non avrebbero fatto del male a Quarto, riescono a incontrarlo intuendo tuttavia che non è la persona che cercano (essendo Quarto un nome comune a Moleryn).

Provano dunque a spostarsi di nuovo verso il tempio distrutto del culto, nelle paludi. Di notte si avventurano e capita una sciagura: un coguaro li sorprende e li attacca da un albero scagliandosi contro Lorac il quale viene fulminato da un'artigliata al volto dell'animale. In preda all'ira Jano si lancia sulla belva ferendola su una zampa posteriore prima che questa tenti di fuggire. I due avventurieri accecati dall'odio provano ugualmente e ucciderla ma senza successo. Subito cercano di soccorrere il compagno ferito che, sfigurato in volto, appare evidentemente morto. Lo portano esanime al tempio di Peonu dove Gaia li accoglie disperata alla vista di Lorac. Tra le urla di disperazione arriva Carmen che, con fare agitato, invita tutti ad uscire di corsa rimanendo con Gaia ed il corpo di Lorac. Una sacerdotessa dopo qualche minuto rassicura i compagni che il loro amico non è ancora morto e tuttavia privo di coscienza. Jano ed Exilus con rinnovata fiducia, tornano al proprio rifugio nella speranza che il compagno si riprenda e andando a prendere le due pozioni di Tyrala Spillow che avevano conservato.

L'indomani mattina si recano al tempio dove Lorac è stato ricucito in volto e medicato: puo' parlare a fatica ma non è in grado di riprendere la missione al momento. Exilus chiede l'aiuto di Carmen: chiede che qualcuno venga mandato alla casa di Havril per vedere se questi è in casa. La priora manda Gaia in modo che passi inosservata; dopo qualche ora tuttavia non fa ritorno e così Jano ed Exilus si fanno dare delle tuniche con cappuccio recanti il simbolo di Peonu e si fanno accompagnare da un'altra sacerdotessa, Arianna, alla casa del mercante. Al portone del cortile della casa di Havril risponde una guardia che chiede il motivo della visita; Arianna afferma che sono in cerca di Gaia e che è scortata da due sacerdoti. Dopo qualche attimo di tensione vengono fatti entrare e non viene concesso ad Arianna di andar via...