08 - Scontro frontale con i distorti di Agrìk

Ripresosi parzialmente dallo stato di debolezza in cui era caduto, Vimaruk sprona i suoi compagni a riprendere le indagini riguardanti il genero di Silus e il culto segreto. Lorac, visibilmente sempre più affaticato e spossato viene lasciato nella grotta con il compito di procurare cibo e badare ai due ronzini. I tre restanti compagni si avviano verso la fattoria a nord-est di Moleryn dove avevano visto entrare la prima volta il carro di assi guidato da quel possente uomo, poi sopraffatto in un agguato. Tuttavia decidono di avvicinarsi incautamente di giorno e, come c'era da attendersi, vengono individuati da sei uomini a guardia nella fattoria (probabilmente facenti parte degli otto che gia' li avevano raggiunti nella locanda di Burkoth qualche notte prima). Comincia un inseguimento che porta Vimaruk, Exilus e Jano a fronteggiare i sei alla nella boscaglia al limitare di un fiumiciattolo. Subito due degli aggressori scagliano due frecce che si infrangono sui loro scudi e così Exilus chiede copertura ai suoi compagni: Vimaruk, ancora provato da fatiche e ferite si pianta a protezione dell'amico, così anche Jano che decide di tirare un pugnale verso uno dei sei che stava correndo di gran carriera verso di loro. La lama, tirata con proverbiale maestria, va a conficcarsi prepotentemente nel quatricipite della coscia destra dell'uomo che, tirando uno straziante urlo perde l'equilibrio.

Mentre i due arcieri continuano a scoccare da dietro, gli altri tre superano il loro compagno accasciato puntando Vimaruk. E' allora che tramite sussurri e leggeri movimenti con le dita Exilus in concentrazione fa sì che dal suolo ai piedi degli assalitori si alzi un leggero crepitio d'erba seguito da un fumo che prelude al divampare di fiamme improvvise. I sei, colti di sorpresa entrano nel panico: gli arcieri corrono disperatamente verso il fiume, così anche uno dei tre piu' avanzati che avevano quasi raggiunto Vimaruk e l'uomo atterrato che arrancando raggiunge il ruscello; gli altri due, in uno stato di eccitazione adrenalinica e rabbia si avvicinano ai loro avversari.

Lo scontro aveva preso decisamente un andamento favorevole. Vimaruk si batte contro il primo assalitore parando ogni suo colpo con lo scudo, fino a rompergli la sciabola. Così Jano con la lancia fronteggia l'altra figura ancor più possente che li aveva avvicinati; quest'ultimo viene preso di mira da Exilus che lo bersaglia con tre dardi infuocati, l'ultimo dei quali lo colpisce al viso. Vimaruk e Jano sono impegnati in un difficile scontro testa a testa e con gradita sorpresa arriva loro un ulteriore aiuto: Stirius e Serios, i due legionari che li avevano scortati da Taztos appaiono in loro soccorso ingaggiando uno scontro con i due arcieri (che intanto cercano di attraversare il fiume a nuoto) e l'altro uomo che li segue. Inizia uno scambio di streli che vede i due legionari avere la meglio e condannare i due arcieri alla corrente del rio; col terzo uomo cominciano a fronteggiare un corpo a corpo. Intanto sull'altro versante Exilus riesce a spingere in acqua l'individuo di fronte a Vimaruk, che non si attendeva la carica dell'esile Shek-Pvar, mentre Jano ha pressochè massacrato il suo antagonista che, tuttavia, cede solamente ad una pugnalata di Exilus che lo colpisce di sorpresa. Tutti quanti attraversano il fiume per sottrarsi all'espandersi delle fiamme in lenta estinsione, e si accaniscono contro l'ultimo dei sei sopravvissuti che ancora lottava strenuamente contro i legionari. Vimaruk assesta il colpo di grazia in quello che ormai era un tiro a bersaglio. Terminato lo scontro Serios e Stirius rivelano di essere tornati indietro in quanto erano giunte loro voci di strani accadimenti che stavano coinvolgendo i loro amici. Tutti si incamminano verso la grotta per rimettersi in sesto e pianificare la prossima mossa e lungo la via i due legionari vengono ragguagliati su ciò che sta avvenendo. All'arrivo al rifugio Lorac è steso su un giaciglio di fortuna evidentemente febbriccante e in sudorazione: ha bisogno di cure. Guarite le ferite alla bell'e' meglio e riposatisi qualche ora cala la sera e intorno alle otto Vimaruk, Jano ed Exilus scortano Serios e Stiticus affinchè possano accompagnare Lorac al tempio di Peonu, data la maggior facilità da parte loro di passare inosservati. I miliziani del villaggio oltre il ponte di Moleryn aprono senza problemi ai due legionari i quali accompagnano l'infermo sopra uno dei cavalli razziati qualche giorno prima. Giunti al tempio, la sacerdotessa di Peonu riconosce subito il malato, il cui nome Serios rivela essere Lorenz: viene detto loro di ripassare tra circa cinque giorni e che comunque non vi è alcuna garanzia di guarigione. Tornati tutti alla grotta e trascorsa la notte, Stirius si è completamente ripreso da una ferita abilmente curata dal suo commilitone Serios. Decidono di attendere la sera per recarsi nuovamente alla fattoria (che ora sperano essere vuota) e nel frattempo Vimaruk e Serios colgono bacche, verdure ed erbe nel bosco mentre Jano ed Exilus seguono l'abile Stirius a caccia di qualche preda più consistente. Verso le 8 di sera riescono a catturare un lupo che per tutto il giorno li fa penare e solo il dissanguamento dell'animale fa sì che i tre non tornino a mani vuote. Il lupo viene scuoiato e messo sotto delle braci su suggerimento di Serios e, col favore del buio, si dirigono alla fattoria. Cercando di avanzare silenziosamente e in formazione "antifreccia" arrivando alla soglia dell'entrata a quello che sembra essere un capannone.

All'interno trovano vari materiali di costruzione (assi di legno, chiodi, martelli...) accatastati in varie parti, otto giacigli, un tavolo sul quale sono sparse varie fatture d'acquisto dei suddetti materiali e, soprattutto, una sorta di baule in metallo rinforzato la cui serratura Stirius cerca invano di scassinare. Jano trova tra le scartoffie un pagamento per prestazioni mediche intestatato a Zuhanna, chierico di Moleryn; dopo ciò il gruppo carica il forziere e alcune attrezzi (una zappa, un'accetta martello e chiodi) e si riavvia verso il proprio rifugio.

Trascorsa la notte e fatta colazione con parte dei viveri racimolati, iniziano a scassinare la cassa rinforzata: utilizzando martello e chiodi per creare una fessura nell'interstizio della chiusura e utilizzando successivamente zappa e accetta come cunei riescono alla fine nell'impresa per nulla agevole. All'interno trovano un sacchetto di monete e due oggetti interessanti: una sorta di piccola mazza cerimoniale con degli anelli di bronzo sulla parte superiore recanti disegni rituali e simboli che ricordano quello di Agrìk distorto che già avevano notato tatuati su alcuni uomini del culto "proibito". Inoltre un libro scritto probabilmente in Jarinese con delle illustrazioni del medesimo simbolo. Non sapendo tradurre questo scritto decidono di recarsi dal signor Sulis, il quale, congratulatosi per i progressi nell'indagine, lì indirizza alla priora Carmen del tempio di Peonu. Si dirigono dunque al tempio giunti al quale chiedono udienza presso la priora, accompagnati da una lettera di Sulis. Qui Carmen osserva ammirata la mazza rituale e il libro il quale rivela essere scritto in un Jarinese "contaminato" da un Harnico dialettale; sono storie di un culto e procedure sacrificali di un'aberrazione di Agrik. Exilus chiede alla priora se è possibile che il reggente del tempio di Agrik possa essere coinvolto in qualche modo. Di risposta gli viene detto che costui, il cui nome è Joshua, non avrebbe alcun interesse a far diffondere un culto parallelo al suo ma il contrario: tuttavia gli viene sconsigliato di cercarlo in quanto uomo poco "affidabile" e difficilmente avvicinabile. Anche alle domande riguardo il guarditore Zuhanna, la priora risponde con tranquillità definendo quest'ultimo una persona fidata, almeno in apparenza. Ringraziata Carmen per la disponibiltà e chiesti alle sacerdotesse dei ragguagli sulle condizioni di Lorac, il gruppo decide proprio di incamminarsi verso Zuhanna...cos'altro scopriranno?