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La triste storia di Valten
3 partecipanti
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La triste storia di Valten
Sai smilzo me l'aspettavo che alla fine fossi stato tu a chiedermelo, tra i tanti sembri l'unico che ha il giusto spunto di chiedersi il perchè delle cose e non affidarsi al solito "potere superiore".
Alla luce del fuoco da campo i suoi occhi iniziarono a brillare, prese la sua ascia e la cote si mise a lavorare sulla lama come faceva ogni volta che aveva del tempo, il gladiatore fissava le fiamme e il loro movimento veloce e in un secondo gli ultimi anni gli passarono davanti agli occhi rivedeva nel tremare delle lingue di fuoco tutti i movimenti nei combattimenti e nello scoppiettio della legna quelli che invece non erano abbastanza veloci.
in pochi hanno ascoltato questa storia... e in pochissimi vivono ancora, ma tanto il vostro lavoro e quello che facevo io alla fine danno le stesse aspettative di vita, sono sicuro che questa storia non girerà troppo.
disse Valten a Exilus mentre staccava un pezzo di carne dal cinghiale che cuoceva davanti a loro.
Mangia oggi siamo stati fortunati e ce la siamo anche meritata questa cena, non sono sempre stato un gladiatore sai, una volta avevo una vita normale e mi piaceva anche, avevo una piccola fattoria molto a nord rispetto a qui, qualche animale e una splendida moglie, pensa stavo progettando di avere un figlio se il raccolto fosse stato generoso.
Il forte uomo fece un gran respiro e abbassò lo sguardo.
Poi arrivarono, li sentì cavalcare dai campi, sapevo che era già troppo tardi ma inizai a correre con tutto il fiato che avevo in corpo, quando arrivai a casa erano già entrati, ricordo ancora le grida di mia moglie e il rumore dei piatti che cadevano a terra, non so se mi avevano visto arrivare, i due che aspettavano fuori sedevano ancora sui loro cavalli.
Il suo racconto si interruppe nuovamente, si alzò in piedi e andò a prendere un otre d'acqua nel carro, bevette qualche sorso e si sciacquò il volto. Tornando verso il suo compagno si fermò a staccare un altro boccone.
Avevo il cuore in gola mi ero nascosto dietro l'angolo per riprendere fiato e capire cosa stesse succedendo quando sentì un uomo dentro gridare poi un colpo sordo come uno schiaffo e il tonfo di qualcuno che si accascia su un tavolo.
Lo vidi uscire di casa con il labbro sanguinante mentre cercava di chiudere la ferita con un fazzoletto, quando lo riconobbi persi totalmente la ragione, in un secondo lungo un'eternità realizzai che avevo ancora la zappa in mano.
Fissò il giovane ascoltatore in volto, negli occhi di Valten erano visibili le fiamme anche quando dava le spalle al fuoco.
Da li in poi i ricordi sono radi, per lo più immagini e sensazioni, ricordo di aver sentito caldo molto caldo uscì allo scoperto e puntai l'uomo, sentivo in bocca già il sapore del suo sangue, iniziai a correre ricordo di aver buttato a terra i due cavalieri a bastonate mentre i loro cavalli scalpitavano spaventati, non mi preoccupai nemmeno di finirli, il mio obbiettivo era lui, vidi la paura conquistare i suoi occhi quando nonostante il sangue che sgorgava copioso sul mio volto per colpa di un cavaliere mi avventai su di lui, goffamente cercò di estrarre la spada ma fu inutile, lo colpì al petto con tanta di quella forza da finire entrambi a terra, il rumore dell'acciaio del pettorale che si spezzava e la sensazione delle costole che una a una cedevano, chiusi gli occhi e per qualche attimo gli schizzi caldi di sangue sul volto mi diedero la pace.
Era come sentire il calore del sole d'estate sul volto e il fresco dell'acqua del fiume che scorreva alla fine dei campi.
Poi mi venne in mente l'ultimo ricordo che avevo, proprio sulla riva di quel fiume avevo visto il sorriso di mia moglie quando gli chiesi di avere un figlio da lei.
Sentì l'ira di nuovo salire, afferrai l'uomo a terra per il collo e iniziai a gridare chi era e perchè era venuto in casa mia.
Ma non poteva rispondere, era già morto zuppo del suo sangue e con il volto coperto di lacrime, quando gli altri arrivarono per portarmi via dal corpo avevo ancora le mani serrate al collo, fu allora che vidi che sotto la corazza dilaniata aveva vestiti pregiati, niente a che spartire con le uniformi dei soldati, seta finemente ricamata, doveva essere stato un nobile, i soldati continuavano a colpirmi e strattonarmi ma non lasciai la presa. Alla fine sono svenuto, ricordo di essermi svegliato ogni tanto mentre mi trascinavano via legato con delle corde ai loro cavalli.
Venni portato nelle segrete di un grande castello o almeno mi sembrava,
non so quanti giorni sono rimasto chiuso li dentro coperto di ferite e lividi cercando di scappare. Alla fine qualcuno venne a trovarmi, mi incatenarono al muro due guardie e poi entrò scortato da altri due armati di tutto punto, mi guardò fisso negli occhi, quelle fiamme ancora non si erano spente anche lui come il suo predecessore ne rimase spavevanto ma a differenza dell'altro scosse la testa e riprese a fissarmi.
"Almeno hai più coraggio di chi è venuto prima di te, il tuo volto è rimasto asciutto anche dopo esserti trovato difronte a me".
Quella frase lo spiazzò, poi fece una mezza smorfia di sorriso e scosse la testa guardando a terra.
"Ho sempre saputo che mio figlio era un debole e non l'ho mai sopportato, dovrei sgozzarti come un maiale solo per quello che hai detto ma capisco bene che era ciò che meritava"
"è facile minacciare un uomo in catene, il tuo sangue non brilla di coraggio" gli risposi sputandogli addosso.
Due guardie mi colpirono, poi si avvicinò a me.
"Sei stato privato di ciò a cui più tenevi, e in risposta io ho perso un figlio e sono stato messo in ridicolo da un pezzente, alcuni direbbero che siamo pari, altri che non ci sarà parità finchè entrambi vivremo, ma tu mi hai privato anche dell'unico erede al trono, e vederti morto qui non mi darebbe nessuna soddisfazione, no, tu morirai ma sarà una lunga e agognata strada quella che ti porterà nell'aldilà."
Mentre faceva per uscire si girò verso le guardie.
"Curatelo, lavatelo e portatelo all'arena. Hai neutralizzato la sua guardia e ucciso mio figlio, vediamo se è stata solo fortuna la tua, so che non è saggio ma non ha importanza, il mio regno sarà comunque spartito tra i miei nipoti e cadrà in rovina pochi anni dopo. Da oggi sarai uno dei miei tanti gladiatori, vai combatti, riacquista la tua libertà e poi torna a trovarmi e regoleremo i nostri conti."
Il resto penso che tu l'immagini come sia andato avanti, ho girato queste terre in lungo e in largo combattendo contro qualsiasi cosa mi si presentasse davanti per cercare di essere pronto per il momento decisivo, poi ho capito che in realtà cercavo solo la battaglia, ho realizzato che non c'era assolutamente niente c'era mi legava a questa terra se non il desiderio di vendetta anche se in realtà chi doveva pagare aveva pagato anni prima.
La realtà è che lei è morta per colpa mia e che combattere è l'unica cosa che riesce a togliermi questo fardello di dosso.
Quel duca o conte o qualsiasi cosa sia non ha colpe ma mi ha indirizzato su una strada e la porterò a termine conscio che sarà l'ultima cosa che farò.
Spero solo di riuscire a raggiungere mia moglie alla fine di quella giornata, possibilmente con il suo cuore in mano.
Ora che hai sentito questa triste storia torna pure in tenda, la monto io la guardia stanotte.
Alla luce del fuoco da campo i suoi occhi iniziarono a brillare, prese la sua ascia e la cote si mise a lavorare sulla lama come faceva ogni volta che aveva del tempo, il gladiatore fissava le fiamme e il loro movimento veloce e in un secondo gli ultimi anni gli passarono davanti agli occhi rivedeva nel tremare delle lingue di fuoco tutti i movimenti nei combattimenti e nello scoppiettio della legna quelli che invece non erano abbastanza veloci.
in pochi hanno ascoltato questa storia... e in pochissimi vivono ancora, ma tanto il vostro lavoro e quello che facevo io alla fine danno le stesse aspettative di vita, sono sicuro che questa storia non girerà troppo.
disse Valten a Exilus mentre staccava un pezzo di carne dal cinghiale che cuoceva davanti a loro.
Mangia oggi siamo stati fortunati e ce la siamo anche meritata questa cena, non sono sempre stato un gladiatore sai, una volta avevo una vita normale e mi piaceva anche, avevo una piccola fattoria molto a nord rispetto a qui, qualche animale e una splendida moglie, pensa stavo progettando di avere un figlio se il raccolto fosse stato generoso.
Il forte uomo fece un gran respiro e abbassò lo sguardo.
Poi arrivarono, li sentì cavalcare dai campi, sapevo che era già troppo tardi ma inizai a correre con tutto il fiato che avevo in corpo, quando arrivai a casa erano già entrati, ricordo ancora le grida di mia moglie e il rumore dei piatti che cadevano a terra, non so se mi avevano visto arrivare, i due che aspettavano fuori sedevano ancora sui loro cavalli.
Il suo racconto si interruppe nuovamente, si alzò in piedi e andò a prendere un otre d'acqua nel carro, bevette qualche sorso e si sciacquò il volto. Tornando verso il suo compagno si fermò a staccare un altro boccone.
Avevo il cuore in gola mi ero nascosto dietro l'angolo per riprendere fiato e capire cosa stesse succedendo quando sentì un uomo dentro gridare poi un colpo sordo come uno schiaffo e il tonfo di qualcuno che si accascia su un tavolo.
Lo vidi uscire di casa con il labbro sanguinante mentre cercava di chiudere la ferita con un fazzoletto, quando lo riconobbi persi totalmente la ragione, in un secondo lungo un'eternità realizzai che avevo ancora la zappa in mano.
Fissò il giovane ascoltatore in volto, negli occhi di Valten erano visibili le fiamme anche quando dava le spalle al fuoco.
Da li in poi i ricordi sono radi, per lo più immagini e sensazioni, ricordo di aver sentito caldo molto caldo uscì allo scoperto e puntai l'uomo, sentivo in bocca già il sapore del suo sangue, iniziai a correre ricordo di aver buttato a terra i due cavalieri a bastonate mentre i loro cavalli scalpitavano spaventati, non mi preoccupai nemmeno di finirli, il mio obbiettivo era lui, vidi la paura conquistare i suoi occhi quando nonostante il sangue che sgorgava copioso sul mio volto per colpa di un cavaliere mi avventai su di lui, goffamente cercò di estrarre la spada ma fu inutile, lo colpì al petto con tanta di quella forza da finire entrambi a terra, il rumore dell'acciaio del pettorale che si spezzava e la sensazione delle costole che una a una cedevano, chiusi gli occhi e per qualche attimo gli schizzi caldi di sangue sul volto mi diedero la pace.
Era come sentire il calore del sole d'estate sul volto e il fresco dell'acqua del fiume che scorreva alla fine dei campi.
Poi mi venne in mente l'ultimo ricordo che avevo, proprio sulla riva di quel fiume avevo visto il sorriso di mia moglie quando gli chiesi di avere un figlio da lei.
Sentì l'ira di nuovo salire, afferrai l'uomo a terra per il collo e iniziai a gridare chi era e perchè era venuto in casa mia.
Ma non poteva rispondere, era già morto zuppo del suo sangue e con il volto coperto di lacrime, quando gli altri arrivarono per portarmi via dal corpo avevo ancora le mani serrate al collo, fu allora che vidi che sotto la corazza dilaniata aveva vestiti pregiati, niente a che spartire con le uniformi dei soldati, seta finemente ricamata, doveva essere stato un nobile, i soldati continuavano a colpirmi e strattonarmi ma non lasciai la presa. Alla fine sono svenuto, ricordo di essermi svegliato ogni tanto mentre mi trascinavano via legato con delle corde ai loro cavalli.
Venni portato nelle segrete di un grande castello o almeno mi sembrava,
non so quanti giorni sono rimasto chiuso li dentro coperto di ferite e lividi cercando di scappare. Alla fine qualcuno venne a trovarmi, mi incatenarono al muro due guardie e poi entrò scortato da altri due armati di tutto punto, mi guardò fisso negli occhi, quelle fiamme ancora non si erano spente anche lui come il suo predecessore ne rimase spavevanto ma a differenza dell'altro scosse la testa e riprese a fissarmi.
"Almeno hai più coraggio di chi è venuto prima di te, il tuo volto è rimasto asciutto anche dopo esserti trovato difronte a me".
Quella frase lo spiazzò, poi fece una mezza smorfia di sorriso e scosse la testa guardando a terra.
"Ho sempre saputo che mio figlio era un debole e non l'ho mai sopportato, dovrei sgozzarti come un maiale solo per quello che hai detto ma capisco bene che era ciò che meritava"
"è facile minacciare un uomo in catene, il tuo sangue non brilla di coraggio" gli risposi sputandogli addosso.
Due guardie mi colpirono, poi si avvicinò a me.
"Sei stato privato di ciò a cui più tenevi, e in risposta io ho perso un figlio e sono stato messo in ridicolo da un pezzente, alcuni direbbero che siamo pari, altri che non ci sarà parità finchè entrambi vivremo, ma tu mi hai privato anche dell'unico erede al trono, e vederti morto qui non mi darebbe nessuna soddisfazione, no, tu morirai ma sarà una lunga e agognata strada quella che ti porterà nell'aldilà."
Mentre faceva per uscire si girò verso le guardie.
"Curatelo, lavatelo e portatelo all'arena. Hai neutralizzato la sua guardia e ucciso mio figlio, vediamo se è stata solo fortuna la tua, so che non è saggio ma non ha importanza, il mio regno sarà comunque spartito tra i miei nipoti e cadrà in rovina pochi anni dopo. Da oggi sarai uno dei miei tanti gladiatori, vai combatti, riacquista la tua libertà e poi torna a trovarmi e regoleremo i nostri conti."
Il resto penso che tu l'immagini come sia andato avanti, ho girato queste terre in lungo e in largo combattendo contro qualsiasi cosa mi si presentasse davanti per cercare di essere pronto per il momento decisivo, poi ho capito che in realtà cercavo solo la battaglia, ho realizzato che non c'era assolutamente niente c'era mi legava a questa terra se non il desiderio di vendetta anche se in realtà chi doveva pagare aveva pagato anni prima.
La realtà è che lei è morta per colpa mia e che combattere è l'unica cosa che riesce a togliermi questo fardello di dosso.
Quel duca o conte o qualsiasi cosa sia non ha colpe ma mi ha indirizzato su una strada e la porterò a termine conscio che sarà l'ultima cosa che farò.
Spero solo di riuscire a raggiungere mia moglie alla fine di quella giornata, possibilmente con il suo cuore in mano.
Ora che hai sentito questa triste storia torna pure in tenda, la monto io la guardia stanotte.
indio- Bottegaio
- Numero di messaggi : 59
Data d'iscrizione : 04.03.09
Età : 34
Località : Pisa
Re: La triste storia di Valten
Lunga vita a Valten!
Eccellente Indio!! Bravissimo!!
Adesso tutti i personaggi hanno un BG!!
Eccellente Indio!! Bravissimo!!
Adesso tutti i personaggi hanno un BG!!
DeathFromAbove- Marchese
- Numero di messaggi : 1718
Data d'iscrizione : 03.11.08
Re: La triste storia di Valten
e la storia non è ancora finita forse con il tempo riuscirete a scoprire di più su quest'uomo votato alla morte
indio- Bottegaio
- Numero di messaggi : 59
Data d'iscrizione : 04.03.09
Età : 34
Località : Pisa
Re: La triste storia di Valten
Stai tranquillo che sarà la morte a trovare Valten
DeathFromAbove- Marchese
- Numero di messaggi : 1718
Data d'iscrizione : 03.11.08
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