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Messaggio  Ovis Nigra Lun Dic 14, 2009 10:21 pm

Mi chiamo Kran, semplicemente Kran, il nome della mia famiglia l'ho dimenticato...
Sono nato il 10 di Peonu del 698 nel paese di Henwe nella regione di Rethem da una umile famiglia di poveri contadini.
Mia madre Elerel, che non ho mai conosciuto, morì dandomi alla luce, mio padre Karmad, di cui serbo solo un vago ricordo, cercò di crescermi nel migliore dei modi e nel rispetto degli uomini e della natura, morì quando avevo appena 5 anni nel disperato tentativo di opporsi ai seguaci di Agrik che volevano ridurci in schiavitù, purtroppo la sua morte sottrasse solo lui a quell'infame destino.
Quegli uomini malvagi, che col tempo ho imparato ad odiare più di ogni altra cosa, mi costrinsero con la forza ai più umili servigi e all'adorazione del loro infame dio. Crescendo imparai, di certo contro la mia volontà, a patire la fame il freddo ed a subire i più spiacevoli castighi; col passare del tempo il mio odio cresceva e dentro di me giuravo che sarebbe venuto il giorno in cui quegli uomini spregevoli avrebbero pagato sia per la morte di mio padre sia per le angherie a cui ero continuamente sottoposto.
Durante quel periodo conobbi un altro bambino, di nome Jeradal, anche lui come me reso schiavo dagli adepti di Agrik, con lui condividevo il poco cibo, la scarsa acqua e le numerose frustate che i nostri carcerieri regolarmente ci somministravano, ci giurammo eterna amicizia e cercammo sempre di prenderci cura l'uno dell'altro al meglio delle nostre possibilità.
Finalmente, dopo tre anni di prigionia, una notte mi si presentò un'occasione irripetibile, uno dei miei carcerieri si era ubriacato e incautamente si avvicinò troppo alla mia cella dandomi l'opportunità di rubargli il pugnale con il quale, ancora bambino, ma colmo d'odio, lo pugnalai alla gola uccidendolo sul colpo, poi gli sfilai le chiavi, così da poter liberare anche il mio amico Jedaral con cui mi diedi immediatamente alla fuga. Corsi sino allo sfinimento, il più lontano possibile da quel luogo maledetto, ma quando giunse l'alba mi ritrovai solo: Jedaral infatti era scomparso, non lo rividì più e non capii mai cosa gli fosse accaduto e se fosse riuscito a salvarsi, da allora ogni giorno prego per lui e gli auguro ogni bene possibile.
Vagai quindi nella foresta per alcuni giorni, cibandomi di quello che trovavo, finché finalmente per la prima volta nella mia vita la fortuna mi sorrise facendomi incontrare Nongan, un abile cacciatore, che, mossosi a compassione, mi prese con lui trattandomi come un figlio, a lui praticamente devo la vita e tutto quello che so, mi insegnò a procurarmi del cibo e a combattere e mi fece conoscere anche la fede in un dio giusto o meglio in una dea forte, valorosa e protettrice degli innocenti: Larani.
Grazie a lui e ai suoi insegnamenti divenni un ragazzo forte e coraggioso ed imparai a cacciare e ad essere autosufficiente. Trascorsi circa sei anni con lui nella foresta, fino a quando una notte sognai di combattere al fianco della mia amata dea contro il malvagio Agrik, questo sogno, che fu il più realistico che abbia mai fatto in tutta la mia vita, mi colpì così profondamente che chiesi a Nongan di condurmi al più vicino tempio di Larani, in modo da poter offrire i miei servigi alla nostra buona dea. Nogan fu ben lieto di accompagnarmi e di lasciarmi alla custodia dei preti e delle sacerdotesse che mi accolsero con gioia; lì incominciai il mio addestramento, dapprima solo militare e poi pian piano anche religioso, perché colpito sempre più dalla vocazione decisi di voler diventare prete. Dopo sette anni, di faticosi allenamenti e di severo studio, grazie all'aiuto di una sacerdotessa, Selina, mi venne offerta l'occasione di compiere una importante missione per la dea, portandola a termine avrei potuto realizzare il mio sogno e sarei potuto diventare finalmente un vero sacerdote-guerriero di Larani.
Così mi incamminai verso Moleryn dove unitomi ad un gruppo di mercenari, che avevano da poco combattuto contro i malvagi alleati di Agrik, potei cominciare la mia sacra missione...
Ovis Nigra
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