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18 - Insidia nel verde...
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L'indomani dell'arrivo a Taztos, il gruppo viene portato al cospetto di Garril Stopez. Questi, memore del valore dimostrato in battaglia qualche mese prima, propone loro una piccola missione: ritrovare un gruppo di ricognizione di cinque uomini inviato qualche giorno prima verso nord. Nel frattempo incarica Jano di coordinare alcuni lavori di rafforzamento del terrapieno esterno al forte e di cominciare a prendere familiarità con gli uomini che dovrà comandare.
Rimangono così Deidara, Kran ed Exilus: con loro il Comandante Stopez invia Ajace, il legionario che già una volta li aveva aiutati durante l'assalto alla dimora del mercante Havril.
Viene ordinato loro di partire il giorno successivo sotto la guida dello stesso Ajace, pratico dei sentieri e conoscitore del territorio; il gruppo si prepara così ad affrontare l'avventura.
Deidara decide di consultare i tarocchi nel tentativo di interpretare ciò a cui potrebbero andare incontro. Tuttavia i segni che emergono sono diffidicilmente comprensibili e lasciano spazio ad ogni ipotesi di accadimento: degli uomini messi all'angolo che tuttavia sono riusciti a salvare la situazione con spargimento di sangue. Chi si è salvato da cosa? Tutti rimangono nella più completa oscurità.
All'alba si mettono in cammino equipaggiati di tutto punto in previsione anche della possibilità di incontrare eventuali Tullwyn. Dopo circa quattro ore di cammino in direzione nord-est lungo la via del sale, Ajace si dirige verso l'entrobosco dove si trova uno dei pochi guadi che attraversano il fiume. Giunti lì si trovano difronte a uno spettacolo sinistro: una sorta di radura con alberi di media dimensione il cui tronco è stato spezzato come travolto da un masso. La terra completamente smossa all'altezza del guado. Cercando lì intorno Kran trova la traccia di un'impronta molto particolare: vedendola Exilus rabbrividisce in quanto spiega loro trattarsi di un Ivashu estremamente pericoloso. Una sorta di ominide gigante ricoperto da un sostanzioso strato di grasso Aklash che mangia ogni tipo di essere vivente, uomini compresi. Il pensiero va subito alla squadra di ricognizione inviata da Stopez: dopo alcune congetture decidono di seguire le orme dell'Ivashu nella speranza di trovare tracce dei legionari. Giungono dopo circa due ore in una parte della boscaglia più rada: ormai stanchi decidono di fare una sosta. Suoni sinistri si odono tra le fronde degli alberi e da dietro ogni anfratto; anche quelli che sembrano versi di enormi aquile. Nonostante il loro stato di allerta, dall'alto piomba loro un'enorme viverna, la quale riesce ad afferrare Ajace senza che gli altri, colti alla sprovvista, potessero far nulla. Tuttavia si lanciano all'inseguimento del compagno che, ormai lontano, è intento a cercare di liberarsi dagli artigli della viverna. Questa riesce a lacerare la spalla destra del soldato con il suo possente becco e, poco dopo, lo colpisce anche sulla sinistra dilaniandola. La pesantezza dell'armatura e la fatica della lotta, costringono il grande animale a scendere verso terra; intanto Kran all'inseguimento a cavallo ed Exilus che continua a tirare frombolate, cercano di sistemare la situazione. Giunta a terra la viverna viene assaltata dagli altri compagni mentre Deidara rimane un pò indietro: lo scontro si risolve a favore di Exilus e Kran che alla fine abbatte la viverna mozzandole la testa. Ajace è privo di sensi e Deidara lo spaccia ormai per morto. Exilus si concentra e tramite quelle che si potrebbero definire abilità psioniche riesce parzialmente a interrompere il peggioramento delle ferite del compagno: così tocca a Deidara prestare le cure principali. Intanto Kran si dirige a cavallo verso l'equipaggiamento che hanno lasciato nel momento in cui sono stati attaccati...
Dal cielo si diffondono ancora i sinistri versi delle viverne...
Rimangono così Deidara, Kran ed Exilus: con loro il Comandante Stopez invia Ajace, il legionario che già una volta li aveva aiutati durante l'assalto alla dimora del mercante Havril.
Viene ordinato loro di partire il giorno successivo sotto la guida dello stesso Ajace, pratico dei sentieri e conoscitore del territorio; il gruppo si prepara così ad affrontare l'avventura.
Deidara decide di consultare i tarocchi nel tentativo di interpretare ciò a cui potrebbero andare incontro. Tuttavia i segni che emergono sono diffidicilmente comprensibili e lasciano spazio ad ogni ipotesi di accadimento: degli uomini messi all'angolo che tuttavia sono riusciti a salvare la situazione con spargimento di sangue. Chi si è salvato da cosa? Tutti rimangono nella più completa oscurità.
All'alba si mettono in cammino equipaggiati di tutto punto in previsione anche della possibilità di incontrare eventuali Tullwyn. Dopo circa quattro ore di cammino in direzione nord-est lungo la via del sale, Ajace si dirige verso l'entrobosco dove si trova uno dei pochi guadi che attraversano il fiume. Giunti lì si trovano difronte a uno spettacolo sinistro: una sorta di radura con alberi di media dimensione il cui tronco è stato spezzato come travolto da un masso. La terra completamente smossa all'altezza del guado. Cercando lì intorno Kran trova la traccia di un'impronta molto particolare: vedendola Exilus rabbrividisce in quanto spiega loro trattarsi di un Ivashu estremamente pericoloso. Una sorta di ominide gigante ricoperto da un sostanzioso strato di grasso Aklash che mangia ogni tipo di essere vivente, uomini compresi. Il pensiero va subito alla squadra di ricognizione inviata da Stopez: dopo alcune congetture decidono di seguire le orme dell'Ivashu nella speranza di trovare tracce dei legionari. Giungono dopo circa due ore in una parte della boscaglia più rada: ormai stanchi decidono di fare una sosta. Suoni sinistri si odono tra le fronde degli alberi e da dietro ogni anfratto; anche quelli che sembrano versi di enormi aquile. Nonostante il loro stato di allerta, dall'alto piomba loro un'enorme viverna, la quale riesce ad afferrare Ajace senza che gli altri, colti alla sprovvista, potessero far nulla. Tuttavia si lanciano all'inseguimento del compagno che, ormai lontano, è intento a cercare di liberarsi dagli artigli della viverna. Questa riesce a lacerare la spalla destra del soldato con il suo possente becco e, poco dopo, lo colpisce anche sulla sinistra dilaniandola. La pesantezza dell'armatura e la fatica della lotta, costringono il grande animale a scendere verso terra; intanto Kran all'inseguimento a cavallo ed Exilus che continua a tirare frombolate, cercano di sistemare la situazione. Giunta a terra la viverna viene assaltata dagli altri compagni mentre Deidara rimane un pò indietro: lo scontro si risolve a favore di Exilus e Kran che alla fine abbatte la viverna mozzandole la testa. Ajace è privo di sensi e Deidara lo spaccia ormai per morto. Exilus si concentra e tramite quelle che si potrebbero definire abilità psioniche riesce parzialmente a interrompere il peggioramento delle ferite del compagno: così tocca a Deidara prestare le cure principali. Intanto Kran si dirige a cavallo verso l'equipaggiamento che hanno lasciato nel momento in cui sono stati attaccati...
Dal cielo si diffondono ancora i sinistri versi delle viverne...
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